Il riciclo è entrato nella quotidianità dei consumatori. Molti sono i Comuni che ogni anno sono premiati perché stanno rispettando le regole dell’economia del riciclo.
Esattamente questo metodo, studiato e richiesto dalla Comunità Europea, ha obiettivi importanti, tra cui la creazione di materie prime secondarie.
Queste sono materie prime che rispettano le caratteristiche di quelle che sono estratte dalle miniere, ma con tanti vantaggi.
Prima di tutto sono recuperate interamente dai rifiuti che andiamo ad usare nel quotidiano. Provocano una riduzione dell’inquinamento. I costi sono contenuti per la loro lavorazione. Si pulisce l’ambiente. Sono stati creati nuovi posti di lavoro e anche nuove professioni. Costano di meno.
L’Italia ha grandi scorte, nelle discariche, di metalli che sono recuperati e che l’hanno resa la seconda, in Europa, per l’esportazione di materie prime secondarie.
Quanto costa l’economia del riciclo
La gestione dell’economia del riciclo permette di avere una riduzione delle spese di circa il 16%, a fronte di spese, per le materie prime originarie.
Parlando di cifre, in modo da proporre dei buoni esempi. Nel 2015, per riuscire a smaltire dei rifiuti, non riciclabili, si sono spesi circa 10 miliardi di euro, solo in Italia. Invece, da quando è stata adotta l’economia del riciclo, nel 2018, le spese di smaltimento per i rifiuti non riciclabili, sono stati di 4 miliardi. Tutto il resto è stato riciclato e rimesso in circolo.
La normativa europea
Riuscire a recuperare le materie prime dai rifiuti, è una nuova forza economica che va a tutelare l’ambiente, ma anche a ridurre i costi. Le aziende riescono a ridurre i consumi, ma anche i consumatori ne traggono benefici avendo dei prezzi inferiori sui prodotti da acquistare.
La normativa europea, rivolta all’economia del riciclo, ha strutturato un piano già nel 2014 che poi è stato modificato, migliorando i propri obiettivi, in questi anni.
La normativa UE ha dichiarato e deciso che occorre improntare l’economia in modo ecosostenibile. Questo per riuscire a ridurre l’esportazione economica per l’acquisto delle materie prime da altri paesi. I cicli produttivi devono essere quindi ridotti per riuscire ad aumentare il mercato economico unitario.
Il piano è strutturato per offrire nuove prospettive di crescita sostenibile che sia duratura. Questo ha già aiutato ad avere un’Europa che sia comunque molto competitiva rispetto alle altre superpotenze straniere.
Gli obiettivi della Commissione UE
Gli obiettivi che sono stati decisi dalla Commissione UE e che devono essere rispettati dai Paesi membri, sono quelli di:
- Riciclare fino al 70% dei rifiuti urbani
- Entro il 2030 le aziende devono aumentare gli imballaggi riciclabili fino all’80%
- Ridurre la presenza delle discariche
- Esserci solo il massimo del 20% di rifiuti non riciclabili nelle discariche
- Aumentare l’utilizzo delle materie prime secondarie fino al 90% entro il 2030
Sono obiettivi importanti che permetteranno di ridurre l’inquinamento atmosferico, dei mari e anche la produzione dell’anidride carbonica fino al 70% nei prossimi anni. Ecco come mai è importante l’economia di riciclo.