Sono sempre di più le persone che, al giorno d’oggi, decidono di dedicare parte dei propri spazi abitativi interni alla coltivazione di piante di vario tipo. L’amore per la natura e la voglia di essere protagonisti, seppur nel proprio piccolo, di un cambiamento sostenibile nel mondo fanno da padroni quando si parla della scelta sopra menzionata.
Nel momento in cui si decide di coltivare indoor, è bene prendere in considerazione l’utilizzo di una growbox. Grazie ad essa, infatti, è possibile ricreare agevolmente il micro clima migliore per le piante.
Quando la si chiama in causa, è naturale chiedersi come allestirla. Scopriamolo assieme nelle prossime righe.
Differenze tra growbox e growroom
Prima di entrare nel vivo dei consigli per allestire una growbox, facciamo un attimo il punto della situazione in merito alla sua differenza con la growroom. A cambiare sono solo le dimensioni. Come dice la parola stessa, infatti, la growbox è grande come una scatola. Questo consente di gestirla agevolmente anche in contesti domestici di estensione contenuta.
Come preparare una growbox: la gestione dell’illuminazione
I vantaggi di una growbox di qualità per il proprio orto domestico sono legati al fatto che, nella maggior parte dei casi, è tutto già pronto. Parliamo infatti di una struttura in metallo estremamente resistente e ricoperta da un telo realizzato in mylar, un materiale capace di riflettere alla perfezione la luce.
Quando ci si trova davanti a una growbox, uno dei pochi aspetti pratici del quale è necessario occuparsi riguarda la scelta e la sistemazione delle luci interne. Selezionarle senza lasciare nulla al caso è nodale. Per quanto riguarda i criteri di scelta, rammentiamo la necessità di fare una distinzione tra fase vegetativa e fase di fioritura. Nel corso della prima, è il caso di focalizzarsi verso luci caratterizzate da una temperatura fredda orientata verso il blu. Una soluzione molto apprezzata dai coltivatori casalinghi è quella delle lampade MH. Quali sono i loro vantaggi? Il principale riguarda senza dubbio l’aspetto economico. Rispetto ad altre fonti di illuminazione, permettono di concretizzare un notevole risparmio. Semplici da installare, le lampade ad alogenuri metallici sono caratterizzate da un’ottima resa. Giusto per dare qualche numero in merito a questo aspetto, ricordiamo che, in media, questa tipologia di lampada emette una luce attorno ai 4000 Kelvin, molto utile per permettere alla pianta di svilupparsi in maniera vigorosa.
Nel momento in cui, invece, si apre il momento della fioritura, la growbox andrebbe allestita mettendo in primo piano luci con uno spettro cromatico più scuro. In questo caso, va benissimo una cromia tendente al rosso. Essenziale è altresì cambiare la tipologia di fonte di illuminazione. Nel corso della fase di fioritura, infatti, l’optimum sono le cosiddette lampade HPS.
In grado di emettere una luce che va dai 2100 ai 2700 Kelvin, sono poco costose e molto facili da riparare nel caso in cui uno dei componenti dovesse andare incontro a rottura.
Il nodo della ventilazione
Quando si decide di orientarsi verso la growbox per il proprio orto indoor, è basilare considerare anche l’aspetto della ventilazione oltre a quello relativo alla gestione delle luci e alla loro modifica a seconda delle fasi di crescita delle piante.
In fase di allestimento della box, è innanzitutto necessario riflettere sullo spazio che si ha intenzione di dedicare agli strumenti finalizzati alla ventilazione. Un aspetto sul quale è importantissimo soffermarsi riguarda la superficie disponibile per la coltivazione. Nei casi in cui, per esempio, quest’ultima è ridotta, la cosa migliore da fare in fase di allestimento della growbox è orientarsi verso i comodissimi ventilatori a pinza.
Caratterizzati dalla presenza di una clip super pratica, possono essere fissati agevolmente ai tubi.
Concludiamo con un cenno al ruolo delle ventole, nodali per il ricambio d’aria, e rammentiamo che, nella maggior parte dei casi, il loro lavoro deve essere associato a quello di un buon aspiratore.