In ambito industriale, uno dei processi più importanti e complessi è sicuramente legato alla saldatura. Si tratta di un processo che ha carattere manuale o che può essere svolto in maniera semi-automatica, il cui obiettivo è quello di provvedere all’unione, in via definitiva, di due componenti di metallo con l’intento di formare un solo giunto.
Sul mercato c’è la possibilità di trovare un gran numero di tipologie di saldatrici. Di conseguenza, ci sono modelli che si adattano meglio ad un certo tipo di saldatura e anche in base al lavoro che si ha la necessità di portare a termine. È chiaro che un conto è usare una saldatrice per svolgere un’attività di bricolage in casa oppure sfruttarla in ambito industriale da parte di un operaio specializzato. Proviamo a capire i fattori che fanno la differenza in fase di scelta degli elettroutensili saldatura e taglio.
I fattori da considerare in fase di scelta
Il primo passo è inevitabilmente quello di capire che tipologia di elettrodo rivestito deve essere impiegata per portare a termine in maniera efficace e corretta l’operazione di saldatura. In commercio ci sono numerosi modelli di elettrodi rivestiti, tra cui quello rutilico, acido, cellulosico e basico.
Ad esempio, un generatore di saldatura che presenta una tensione a vuota particolarmente elevata può rendere più o meno semplice l’accensione, così come la conservazione dell’arco di saldatura degli elettrodi nel momento in cui questi ultimi vengono impiegati. Il ciclo di lavoro è un altro fattore che inevitabilmente va a condizionare la scelta della saldatrice.
Il ciclo di lavoro corrisponde alla capacità di una saldatrice di riuscire a conservare un certo livello di corrente nel giro di una decina di minuti a una temperatura prevista dalla legge, pari all’incirca a 40 gradi ambiente. Per poter usare in maniera estremamente efficace una saldatrice, è fondamentale conoscere le principali metodologie di saldatura, i tipi di macchinari presenti in commercio e come provvedere ad impostare i vari parametri prima dell’uso.
Come si può facilmente intuire, tra i criteri che devono orientare la scelta troviamo la destinazione della saldatrice. Nello specifico, quali metalli e spessori si ha la necessità di saldare. Un aspetto fondamentale da tenere in considerazione è il fattore di marcia. Si tratta di un elemento che viene misurato in percentuale su un amperaggio ben preciso. Giusto per fare un esempio, con un fattore di marcia pari al 70% su 100 A, vuol dire che su una decina di minuti d’uso, ci sono 7 minuti di saldatura e 3 minuti di raffreddamento per una saldatrice ventilata. Si tratta di un elemento che è inversamente proporzionale rispetto all’intensità che è stata selezionata. Anche la potenza del macchinario fa la differenza: un modello di gamma medio si caratterizza per una potenza che va da 40 A fino a 130 A.
I tipi di saldatrici dedicate al fai da te
In commercio ci sono numerosi modelli di saldatrici, ma chi ne ha bisogno per il fai da te dovrà chiaramente orientarsi su delle versioni adatte. Ad esempio, si dovrebbe provvedere all’acquisto di una saldatrice ad elettrodo, puntando su un modello entry level che presenta un’alta percentuale di saldatura. Il consiglio è magari quello di optare per una saldatrice che permette di impostare l’amperaggio con una specifica manopola, in relazione alla tipologia di intervento che si deve svolgere e l’elettrodo che viene impiegato.
Tra le saldatrici maggiormente diffuse sul mercato troviamo quelle MIG/MAG, con cui si può cominciare a lavorare con questo tipo di tecnica. Tra i migliori suggerimenti da seguire quello di puntare sull’acquisto di un modello comprensivo della funzionalità gas/no gas. Altrimenti ci sono delle saldatrici multiprocesso: si tratta di macchine che sono in grado di garantire la saldatura non solo a elettrodo, a filo, ma anche a TIG Lift.